16 novembre 2012

FABRIZIO DE ANDRE' "I CONCERTI" BOX 16 CD

Parlare ancora di De Andrè potrebbe sembrare ormai un esercizio retorico o inutile: si è già scritto tanto e sembra di sapere già tutto, si è ascoltato tanto e tanto potrebbe bastare. Ma con De Andrè non basta mai, e soprattutto davanti ad un'opera di questa importanza e di questa monumentalità non si può e non si deve rimanere insensibili. 
"I concerti" è un bellissimo cofanetto che si presenta in una confezione preziosissima con un libro di 192 pagine colmo di immagini splendide e per la maggior parte inedite, scritti autografi, schizzi dei progetti di palco e tanto altro. Ma soprattutto ci sono 16 meravigliosi cd live, che vanno dal mitico tour del 1975 (quello dei concerti alla Bussola) con i New Trolls come backing band, a quelli de "L'indiano", quello celeberrimo con la PFM, quelli de "Le nuvole" e di "Anime salve", con montagne di esibizioni rare o assolutamente inedite. Chi, come me, ha avuto la fortuna ed il privilegio di vedere alcune date dei tour di De Andrè può capire bene che delizia possa essere riascoltare e riscoprire quelle emozioni, chi non lo ha mai visto ha un'occasione unica per colmare questa lacuna. Un'operazione curata nei minimi dettagli dalla Fondazione De Andrè e venduta al prezzo onestissimo di 99 euro (per 16 cd ed un bellissimo libro un prezzo assolutamente incredibile), per permettere a quanta più gente possibile, come ha detto Dori Ghezzi, di avere una visione il più esauriente possibile di quanto Fabrizio fosse, oltre che un grandissimo autore, un performer live di assoluto livello.



 

12 novembre 2012

LED ZEPPELIN "CELEBRATION DAY"

La febbre per la pubblicazione di "Celebration day" dei Led Zeppelin. Si tratta del film concerto del live che gli Zeppelin tennero alla 02 Arena di Londra nel dicembre del 2007 nella formazione con Page, Plant, Jones e Jason Bonham alla batteria. Le riprese del film sono assolutamente fantastiche, e i 4 ci danno dentro come se il tempo si fosse fermato ed il Dirigibile stesse ancora volando sui cieli del mondo come negli anni '70. Chi ha visto il film capisce cosa voglio dire...La Warner Music ha deciso di fare le cose in grande pubblicando l'evento in tutti i formati possibili. Ecco come potrete trovare "Celebration day":
Edizione audio standard: doppio cd con la registrazione dell'intero concerto;
Edizione audio-video: doppio cd con in più un dvd con le riprese dell'intero concerto;
Edizione audio-video deluxe: doppio cd, il dvd del film più un secondo dvd con dietro le quinte, prove del concerto, interviste e un mare di contenuti extra;
Edizione in vinile: triplo lp in formato high-quality con vinile 180 grammi.
Se volete prenotare una copia del "vostro" Led Zeppelin (nel formato che preferite) potete telefonare allo 059/8381902.
Intanto potete leggervi anche la bella recensione uscita sul sito "rockol.it".



  - I diciottomila fortunati che il 10 dicembre del 2007 si trovavano in carne ed ossa alla O2 Arena di Londra sanno già cosa aspettarsi. Ma per gli altri diciannove milioni e 982 mila che all'epoca andarono inutilmente alla caccia di un biglietto è arrivato finalmente il momento tanto atteso: si preparino, loro e e gli altri fan dei Led Zeppelin e del rock'n'roll, ad assistere a uno sfoggio quasi sovrannaturale di forza e coesione, a una dimostrazione impressionante di magia alchemica e telepatia musicale. Tanto più inattesa e sorprendente se si ricordano gli imbarazzi, gli intoppi e i balbettii di quelle esibizioni raffazzonate al Live Aid e al concerto per il quarantennale della Atlantic, quando i tre membri superstiti della band erano più giovani e, almeno in teoria, più energici di cinque anni fa.

"Led Zeppelin - Celebration day", che domani 17 ottobre sbarca per un giorno soltanto al cinema nello splendore dell'alta definizione e dell'audio 5.1 (
qui l'elenco delle sale italiane che lo proiettano), è davvero un'occasione per far festa. Dick Carruthers, regista di fiducia della band, non ha avuto bisogno di imbastire un racconto alternativo a quello, avvincente, che si snoda lungo i 124 minuti del concerto: pochissime parole  (e un bell'aneddoto raccontato da Robert Plant: John Bonham e la moglie Pat che amavano cantare a ripetizione "The wind cries Mary" di Jimi Hendrix),  niente interviste e nessuna ripresa nel backstage, poche e funzionali inquadrature del pubblico in estasi. Le multicam della troupe puntate dritte sui quattro protagonisti alternano primi piani da fronte e retro palco alle immagini sgranate di un Super 8 piazzato in mezzo al pubblico, in un'esplorazione continua di volti e sguardi, corde e tasti, alla ricerca della luce maliziosa che illumina il volto rugoso di Plant, dei muscoli instancabili di Jason Bonham, dello sguardo divertito e della sapienza musicale di John Paul Jones, del sudore e delle smorfie di un Jimmy Page dandy ed elegantissimo.

Che di occasione celebrativa si tratti lo sottolineano subito le immagini diffuse da un televisore vintage, un reportage d'epoca che racconta di quel 5 maggio del 1973 quando allo stadio di Tampa, in Florida, i Led Zeppelin infransero il record di incassi e di affluenza a un concerto fino ad allora detenuto dai Beatles. E che quelle due ore abbiano un filo narrativo da riavvolgere lo dimostra la scelta del pezzo cui è affidata l'apertura del concerto, "Good times bad times", prima canzone del primo album datato gennaio 1969. I motori sono già caldi e l'impatto è subito fortissimo, anche se Plant non sfoggia più l'acuto stridente d'antan e Page non ha più la scioltezza dei vent'anni. Poco importa, perché i Led Zeppelin del nuovo millennio hanno enorme fiducia nei loro mezzi e nessuna ruggine da scrollarsi di dosso: anche in versione 2007 le loro canzoni svettano come maestose cattedrali di luci e ombre, miracoli di dinamica e di potenza. Page e Plant sono più in palla che nei tour degli anni '90 visti anche in Italia, Jones al basso è un "solista ritmico" straordinario, e alle tastiere ricama atmosfere spettrali (una "No quarter" impeccabile) o implacabili funk alla Stevie Wonder ("Trampled under foot"). E Bonham Jr., per chi non lo conosce, è la grande sorpresa: ha più tecnica del padre ed è quasi altrettanto devastante, un'arma letale senza cui uno show come questo non si sarebbe neppure potuto concepire. Niente acustiche o mandolini sul palco, molto spazio al rock più granitico e all'hard blues: e oggi - dopo anni di "scippi" non dichiarati, come si usava fare nei Sessanta e Settanta - Plant è ben lieto di saldare i debiti citando i padri ispiratori di "Nobody's fault but mine" e "Trampled under foot", Blind Willie Johnson e il Robert Johnson di "Terraplane blues". E' bello ascoltare pezzi mai eseguiti, o quasi, dal vivo dalla band ("Ramble on", "For your life"), elettrizzante risentire i cori del pubblico sul ritornello di "Black dog", la slide lancinante e il lamento sofferto di una monumentale "In my time of dying", l'armonica sbuffante di "Nobody's fault but mine", l'emozione di una "Stairway to heaven" di cui una spettatrice canta l'ultima strofa piangendo, la trionfale cavalcata di "Kashmir" e una "Since I've been loving you" così bella e intensa che alla fine Plant e Page si sciolgono in una risata soddisfatta e liberatoria.


Ogni cerimonia ha i suoi rituali, e qui ci sono tutti: il misterioso "zoso" e i tre cerchi di John Bonham tatuati sul braccio di Jason, il dirigibile del primo album sulla cassa della batteria, l'archetto di "Dazed and confused", la Gibson a doppio manico di "Stairway to heaven", il theremin di "Whole lotta love". E pure la "gabbia" di luci al laser e le immagini sdoppiate di Page che citano esplicitamente le famose sequenze di "The song remains the same", il film del 1976 che gli stessi Zeppelin considerarono un'occasione mancata di celebrazione della loro potenza live. "Celebration day" rende giustizia e riporta tutto a casa, l'omaggio al guru della Atlantic Ertegun ("Ahmet, we did it!", esclama Plant a un certo punto) ha innescato la scintilla. Volevano ricordare a tutti come e perché, negli anni Settanta, fossero diventati la più grande attrazione dal vivo del rock'n'roll circus. Ci sono riusciti: dalla visione di "Celebration day" si esce con la convinzione che nel 2007 la più grande rock band del mondo erano ancora e sempre i Led Zeppelin. (am)


7 novembre 2012

NEIL YOUNG "PSYCHEDELIC PILL"

LA CARRIERA DI NEIL YOUNG E' ORMAI ULTRA QUARANTENNALE. IL CANADESE VIAGGIA VERSO LE 67 PRIMAVERE MA COME ALTRI GIGANTI DEL ROCK (VEDI SPRINGSTEEN E DYLAN) NON NE VUOLE SAPERE DI MOLLARE. E PER FORTUNA! FINO A CHE CI REGALERA' DISCHI COME QUESTO STRAORDINARIO "PSYCHEDELIC PILL", LUNGA VITA A NEIL. UN DISCO CORAGGIOSO, ADDIRITTURA DOPPIO NELL'EDIZIONE IN CD E TRIPLO IN QUELLA IN VINILE. LUNGHE, LUNGHISSIME CAVALCATE ELETTRICHE CON I SUOI FIDATI CRAZY HORSE, LUNGO SENTIERI DA LUI GIA' SPERIMENTATI MA RARAMENTE CON LA FORZA, LA TENACIA E IL GUSTO DI QUESTA VOLTA. UN DISCO ANTICO E PER QUESTO MODERNISSIMO. NON CI SONO STORIE, NEIL YOUNG NEL CORSO DELLA SUA CARRIERA HA INCONTRATO TANTI EPIGONI, TANTI IMITATORI E TANTI CHE CON ONESTA' SI SONO ISPIRATI A LUI, E NON E' UN CASO CHE ANCHE LE BAND PIU' GIOVANI CONTINUINO A CITARLO COME FONTE INESAURIBILE DI ISPIRAZIONE, MUSICALE E MORALE. MA LUI E' L'UNICO ORIGINALE!
lEGGETEVI ANCHE QUESTA BELLA RECENSIONE USCITA SUL BLOG DI ENZO CURELLI.


 EIL YOUNG & CRAZY HORSE  Psychedelic Pill  (Reprise Records, 2012)

Non c'è nulla da fare. Ci sono incontri che sono frutto del destino, scritti per durare nel tempo, più forti dei lutti, delle sbandate artistiche, delle enfatuazioni passeggere, della vita stessa. Quello tra Neil Young e i Crazy Horse è uno di questi. Quando nel lontano 1969 i Crazy Horse, che si chiamavano ancora Rockets, incrociarono la vena creativa del giovane Neil Young e uscirono fuori i primi semi che costruirono una parte importante della loro intera carriera (a partire da Cowgirl in the sand, passando da Cinnamon Girl) nessuno poteva immaginare che quarantatré anni dopo, il mondo musicale fosse ancora lì ad aspettare con trepidante attesa una loro nuova collaborazione. I Crazy Horse sono sempre stati lì ad aspettare e Neil Young non ha mai nascosto il suo piacere nell'alzare i volumi per suonare con loro, tanto da lasciare, in passato, lusinghieri attestati di stima, definendoli i "Rolling Stones americani" e facendoli sempre primeggiare quando doveva confrontarli con le altre band della sua carriera, CSN in primis. Terminati gli ispirati anni settanta in bilico tra buchi neri e vena creativa ai massimi livelli, Billy Talbot, Ralph Molina e Frank"Poncho"Sampedro (l'ultimo arrivato in sostituzione dello scomparso Danny Whitten) hanno saputo aspettare gli esperimenti solitari del grande capo: partiti dai primi anni ottanta e passati attraverso il country plastificato e ordinario, l'amore per i synth, il rock'n'roll revival tutto rosa shocking e brillantina, il rhythm and blues, la reiterata voglia di rispolverare a più riprese i tempi andati, quelli gravitanti intorno ad Harvest(1972), e riuscendoci a metà, la voglia di confrontarsi con quei giovani gruppi (Pearl Jam in testa) che proprio da Young e i Crazy Horse si sentivano ispirati; ma i Crazy Horse hanno saputo tornare quando chiamati in causa, in modo convincente come in Ragged Glory(1990), ispirato e riflessivo in Sleep with Angels(1994), squassante in Broken Arrow(1996) e qualche volta anche in modo sommesso, poco convincente e deludente come in Life (1987).
Questo 2012 sarà ricordato, ancora una volta, come "l'anno del cavallo". L'aperitivo Americana, uscito solo pochi mesi fa, era, in verità, uno strambo ma riuscito antipasto. Un modo originale per riscaldare i motori e ricordare le proprie origini musicali perse nella tradizione, dopo diciotto anni di assenza, interrotti solamente dalle due ultime apparizioni live insieme, quella del 2004 e l'ultima nel febbraio di quest'anno, occasione in cui si sono gettate le basi per gli allora futuri impegni ora concretizzatosi e mantenuti: 2 dischi e nuovo tour iniziato ai primi di Ottobre negli States, con la speranza che tocchi anche l'Europa e perchè no, l'Italia.
Psychedelic Pill, con un titolo che sembra rimandare inevitabilmente ai periodi "stonati" di Tonight's The Night(1975), si presenta subito in modo sontuoso ed estremo, incutendo pure un po' di timore reverenziale: 2 CD (o 3 LP) con solamente otto tracce (più una bonus track) tra cui spiccano immediatamente all'occhio i 28 minuti di Driftin'Back e i 16 di Ramada Inn e Walk Like A Giant. Dentro, tutto quello che il connubio ci ha regalato negli anni: lunghe jam chitarristiche, assalti ruvidi, cavalcate, feedback, ma anche folk e nostalgiche melodie '50. Prodotto da John Hanlon e Mark Humphreys e registrato nello studio Audio Casablanca come il precedente Americana.
L'iniziale e lunga Driftin'Back sembra essere la traduzione in musica dell'autobiografia "Waging Heavy Peace"appena uscita in America, musicata su un mid-tempo che da folk si trasforma presto in rock ondivago, e che purtroppo ha l'unico difetto nella eccessiva e strabordante lunghezza. Un ostacolo che si lascia comunque superare anche se messo proprio lì, all'inizio, potrebbe indurre a malsane azioni di skip.
Born In Ontario è l'omaggio alla sua verde terra canadese, dipinto con leggerezza, ironia e armonia, cosa che ai Crazy Horse riesce anche bene. "You might see me down in Alabama/Or Baton Rouge down in Louisiana/I might make it up to Detroit City/Where people work hard and life is gritty/It don't really matter where I am/It's what I do, it's what I can/This old world has been good to me/So I try to give back and I want to be free/I was born in Ontario".
I sedici minuti sui sogni infranti della sua gioventù in Walk like A Giant sono pura carta vetrata corrosiva e pericolosa, ma maneggiata con cura e indirizzata, con tutto l'amore possibile, verso gli anni cinquanta nei cori doo-wop e incanalata verso la strada della spensieratezza con un fischiettio (umano) contagioso che si staglia in mezzo al grattugiare terremotante e i fischi (disumani) delle chitarre. Intanto passeggi e ti ritrovi a cantare:"Voglio camminare come un gigante sulla terra".
Il muro chitarristico di She's Always Dancing potrebbe diventare un nuovo classico se  Like A Hurricane non fosse già stata scritta qualche anno prima.
La title track Psychedelic Pill, con i suoi 3:26 minuti è la canzone più corta, straniante e disturbante, piena di effetti che pare uscita dai primi anni ottanta, da Re-Ac-Tor(1981) o da Trans(1982). Ripresa anche a fine disco in una versione Alternate Mix"You're never gonna see a tear in her eye/Never see her break a frown/She's lookin' for a good time". E scopri che una donna, a volte, può essere meglio di certe sostanze allucinogene, e viceversa.
Twisted Road è pura nostalgia messa in musica che rievoca i primi fremiti rock'n'roll che passavano le radio, la prima conoscenza con il diavolo musicale, la prima volta che la dylaniana Like A Rolling Stone entrò in circolo. Da allora, nulla fu più come prima, e non ci fu più una prima (vera) volta.
Ramada Inn sembra rappresentare fedelmente  la quintessenza del suono dei Crazy Horse: crudezza da buona alla prima, assoli e psichedelia chitarristica dilatata che si traducono in un chorus nostalgico-ma appassionato-sui rapporti di coppia che ti si stampa presto in testa "...and every morning comes the sun/ and they both rise into the day/ holding on to what they've done...". Tutto è inconfondibilmente da Neil Young e Crazy Horse. Difficile sbagliarsi. I signori continuano a divertirsi come fosse la prima prova in garage, incuranti se davanti a loro ci siano centinaia di Chevrolet parcheggiate e tirate a lucido o centinaia di rockers rumoreggianti e sfatti. In modo semplice, divertente, rumoroso, senza pensarci troppo come da sempre nella indole di Neil Young e con i testi che indagano nelle pieghe del suo passato e un po' nel suo presente altamente tecnologico ma rispettoso verso la natura.
Infine la dolcezza ipnotica di For The Love Of Man, canzone già conosciuta nei primissimi anni ottanta con il titolo di I Wonder Why, messa nei cassetti dei suoi archivi e qui rispolverata e tirata a lucido. Una delicata e sentita dedica al figlio Ben, nato con gravi disfunzioni cerebrali. "Let The Angels/Ring The Bells/In The Holy Hall/Let Them Hear/The Voice That Calls/For The love Of Man/Who Will Understand/It's Alright/But I Wonder Why" .
"Il Rock'n'Roll non può morire". Neil Young e il suo cavallo pazzo ce lo dissero già, più di trent'anni fa. Psychedelic Pill è qui a ribadirlo in modo epico, coraggioso, testardo, a suo modo ancora nuovo e stimolante, una sfida lanciata a 66 anni, che piaccia o meno. A me piace (ancora una volta).  

 

LE NUOVE USCITE DI NOVEMBRE

ECCOVI UNA RAPIDA CARRELLATA DELLE PIU' IMPORTANTI USCITE DISCOGRAFICHE DA QUI FINO A FINE NOVEMBRE.





GREEN DAY
"Dos!"
Seconda uscita delle 3 previste. L'ultimo cd previsto a gennaio.





LANA DEL REY
"Born to die"
Paradise edition
con un intero cd inedito




ELVIS PRESLEY
"Prince from another planet"
2 cd + 1 dvd degli splendidi concerti al Madison del 1972.



  


JOE COCKER
"Fire it up"








ROLLING STONES
"Grrr!"
Doppia raccolta con inediti.





QUEEN
"Hungarian rapsody"
Su doppio cd e su dvd
il concerto allo stadio di Budapest del 1986.
Mitico!



"...Io ci sono"
Tributo a Gaber con Battiato, Bersani, Jovanotti, Fossati, Finardi, Nannini, Patti Smith....


  
 
SOUNDGARDEN
"King animal".
Finalmente il nuovo lavoro di Chris Cornell e soci.








DEFTONES
"Koi no yokan"








CHRISTINA AGUILERA
"Lotus"








BRIAN ENO
"Lux"







ROD STEWART
"Merry Christmas baby"






 


EROS RAMAZZOTTI
"Noi"






ONE DIRECTION
"Take me home"




LED ZEPPELIN
"Celebration day"
La reunion del 2007 finalmente pubblicata su doppio cd, cd+dvd e vinile



 

 PORCUPINE TREE
"Octane twisted"







 

 ZUCCHERO
"La sesion cubana"







 

 COLDPLAY
"Live 2012"






 
 AC/DC
"Live at River Plate"
Finalmente anche su doppio cd il concerto di Buenos Aires già edito su dvd.



 RAGE AGAINST THE MACHINE
"XX"
Deluxe edition del primo album con inediti, rarità e brani live



  

 KID ROCK
"Rebel soul"








  
 RIHANNA
"Unapologetic"





 


JOVANOTTI
"Backup"
Doppio cd con tutti i successi e diverse novità.




ITALIA LOVES EMILIA
Cofanetto 4 cd + 2dvd
con il concertone del Campovolo a prezzo speciale


 
 
ERIC CLAPTON
"Slowhand"
Deluxe edition del classico di Manolenta con inediti rarità e live.



VASCO ROSSI  
"Live kom 011"
I concerti di San Siro di giugno 2011 su cd e su dvd.