30 aprile 2012

NUOVI CD LIVE

Vi presentiamo un elenco di cd live assolutamente IMPERDIBILI arrivati in questi giorni. Indimenticabili concerti di alcuni dei più grandi nomi del rock. Non lasciateveli scappare!  

AEROSMITH
LIVE IN PHILADELPHIA 1990





 ALLMAN BROTHERS BAND
LIVE IN GERMANY 1991










BAUHAUS
LIVE IN NYC 1998










DAVID BOWIE & FRIENDS
BIRTHDAY CELEBRATION
LIVE IN NYC 1997 (CON ROBERT SMITH, LOU REED, BILLY CORGAN E ALTRI)




ERIC CLAPTON
AFTER MIDNIGHT - LIVE 1998










FOO FIGHTERS
LIVE IN RIO 2001
















     JOE JACKSON
     LIVE IN GERMANY 1980












THE KINKS
LIVE IN LONDON 1973/77










TOM PETTY
LIVE IN CHICAGO 2003










PINK FLOYD
SHINE ON - LIVE 1988










THE POLICE
LIVE IN GERMANY 1980










QUEEN
ROCK YOU FROM RIO - LIVE 1985










PATTI SMITH
LIVE IN GERMANY 1979










JAMES TAYLOR
LIVE IN GERMANY 1976










THE WHO
LIVE FROM TORONTO 1982










NEIL YOUNG
LIVE IN SAN FRANCISCO 1978










NEIL YOUNG
LIVE IN CHICAGO 1992









27 aprile 2012

Vi presentiamo la recensione di "Home again" di Michael Kiwanuka pubblicata dal sito "Distorsioni". Il disco è uno dei più belli sentiti ultimamente e coniuga una grande capacità di scrittura con una voce che ricorda alcuni dei grandi maestri della musica nera degli anni '70 e '80.





Sembra che sia stato scritto apposta per queste giornate di pioggia primaverile. Quando la luce del mattino lascia ancora tutto in penombra. Fuori dalla finestra il mondo è scandito dalle piccole gocce che scorrono sul vetro. In quel momento schiacciate il tasto “Play”. Se aveste il vinile ancora meglio, per sentire il fruscio della puntina che si mescola con il ticchettio della pioggia. Per dimostrare la sua maestria e poesia sarebbero bastati i quattro pezzi dell’EP uscito l’anno scorso. Sicuramente sono serviti per creare una grande attesa per il disco fresco di stampa. Che ha confermato tutto. E forse di più.


Michael Kiwanuka (chissà quanti gli hanno detto “dove pensi di andare con un nome così”) è un ragazzotto nero poco più che ventenne troppo cresciuto, un Jackson Five scartato, vestito con giacche di velluto a coste e maglioni di lana che sembrano essere passati dai fratelli maggiori. Poi basta che imbracci un’acustica, e inizi a cantare. C’è chi dice sia il nuovo Otis Redding, ad altri ricorda Bill Withers. Forse anche un po’ Marvin Gaye. Poco importa. In ogni caso se vi aspettate suoni distorti, riponete pure i pedalini nel case. E i batteristi gettino le bacchette nel camino. Qui è l’acustica e qualche pulito elettrico a farla da padrone, innaffiato di spatole.

Penso che ogni musicista, indipendente dal genere, vorrebbe un disco così. Oltre alla maestria autoriale, la bellezza degli arrangiamenti tra archi, flauti e trombe in sordina: un prodotto di cui cogli subito la perfezione, come un bell’abito di sartoria italiana. C’è il soul, quello più sussurrato, come in Tell me a story e I’ll get along, le influenze più country blues di I’m Getting Ready, le ballate come Home again e Always waiting (splendide)Scende anche nello swing con Bones e Any Day Will Do Fine (brividi) e risale quasi a raggiungere il gospel in I Won’t Lie. Poco importa cosa faccia, la sua voce che mescola sapientemente botte vocali e frasi sussurrate è l’elemento costante del suo fascino. E mentre ascolti Worry Walks Beside Me, guardi fuori dalla finestra e ti accorgi che ha smesso di piovere e che il sole è tornato a splendere. 
Riccardo Grandi
Michael Kiwanuka

Alabama Shakes - Boys & Girls: la recensione di Rockol

Vi presentiamo la recensione di Boys & Girls, primo album degli Alabama Shakes, pubblicata dal sito rockol.it

BOYS & GIRLS 

Rough Trade (CD)

 

 

 Parli degli Alabama Shakes e capisci subito che il rischio di sprofondare nella sagra delle etichette e dei paragoni è tangibile. Provi a uscirne immune, allora, tenti con l’omeopatia: l’unica è inghiottirne subito una discreta quantità. ‘Swamp rock’, ‘retro soul’, ‘nuovi White Stripes’ ‘new gospel’, ‘southern rock’, ‘nuovi Kings Of Leon’, ‘Motown sound’. Fatto. Bene.
Ora ti resta nelle orecchie una giovane band che attira la tua attenzione con una marca originale di rock, fatta della felice sintesi di stili che tu hai cercato di dissezionare per capirne l’origine e la ragione del piacere ma che loro, al contrario, hanno già amalgamato con libertà e spontaneità. Il quintetto dell’Alabama capitanato da Brittany Howard, splendida vocalist senza filtri, è con ogni probabilità LA rock band su cui puntare quest’anno e, in assenza di una possibilità di ammirarlo dal vivo (è così che in pochi mesi ha costruito una reputazione già solida), bisogna ascoltarne l’album d’esordio "Boys & girls", registrato, autoprodotto e mixato nei Bomb Shelter Studios di Nashville e uscito in Europa per la Rough Trade (oltre oceano hanno firmato per la label di Dave Matthews, la ATO).
Gli Alabama Shakes vengono da un luogo della terra e della mente degli Stati Uniti contraddittorio, dove etichette come la Stax Records, formazioni come Booker-T & The MG’s, studi di registrazione come i Muscle Schoals Studios hanno sfornato capolavori in serie il cui unico filo rosso era la fusione naturale tra il gospel e il rock, tra il nero e il bianco. Quell’integrazione razziale tra componenti dei gruppi che, fuori, una segregazione dura a morire impediva invece di realizzare ha generato il migliore Southern Rock, del quale questi ragazzi sono una nitida espressione: su quelle melodie, che percepiamo come uno standard, hanno poi ricamato con originalità, contaminando, innestando riff, piantando la bandiera del 2012 sulla tradizione.
Brittany Howard ha da tempo messo le cose in chiaro con “Hold on”: la sua voce appassionata e tormentata canta “credevo di non farcela ad arrivare a ventidue anni” e si spalma sul blues di questo primo singolo con la forza grezza del rock più sporco. L’impressione che la band venga da un’epoca passata della musica si deve proprio a lei: versatile, arrochita, con una grande estensione e per niente irreggimentata, mette l’anima in ogni nota. Ma ha il pregio di non condizionare con la sua personalità la band che, semmai, è votata ad un’anarchica creatività, è eclettica dentro. “I found you”, ad esempio: sarebbe la guitar ballad per eccellenza ma poi, al ritornello, ecco la pausa e poi quelle maracas, quell’organo e quel coretto che ti spostano a Detroit,
1967 circa. “Hang loose” è costruita su un piano boogie woogie che sostiene un riff semplice e ipnotico: gli Stones la sporcherebbero con le chitarre in primo piano, ma potrebbe essere la loro. Il soul è nell’approccio ancora prima che nelle corde di Brittany, che grida e torna al falsetto nell’ottima “I ain’t the same” ed è letteralmente struggente in “Heartbreaker”, stavolta quasi un personal show che riecheggia i 50’s.
Ora che Jack White li ha presi sotto la sua ala protettiva, gli Alabama Shakes saranno certamente sovraesposti, e sul giudizio dell’ascoltatore potrebbe finire per pesare questa tonnellata di hype che rischia di schiacciarli. E ammettiamolo, pure l’accento sul vintage e l’analogico e la pretesa della controtendenza a tutti i costi sono in agguato. Eppure, anche grazie al fatto che le loro sono ‘solo’ ottime canzoni senza essere classici, conservo la fiducia che possiamo essere al primo episodio di una vicenda che deve ancora maturare. L’esordio è eccellente, BOYS & GIRLS è soprattutto una promessa. Riuscire a mantenerla sarebbe super.

(Giampiero Di Carlo)

TRACKLIST:
"Hold on"
"I found you"
"Hang loose"
"Rise to the Sun"
"You ain't alone"
"Goin' to the party"
"Heartbreaker”
"Boys & girls"
"Be mine"

"I ain't the same"
"On your way"

24 aprile 2012

Jack White - Blunderbuss: la recensione di Rockol

Vi presentiamo la recensione di Blunderbuss, primo album solista di Jack White, pubblicata dal sito rockol.it

Jack White

BLUNDERBUSS 

Third Man/Xl Recordings (CD)

   

 

  

Nello zoo di Nashville, da circa un anno, ci sono due cuccioli di leopardo nebuloso. E' una specie ad alto rischio di estinzione, per cui la struttura statunitense ha avviato un programma speciale per conservarla il più a lungo possibile. Ironia della sorte, nella stessa città c'è un altro esemplare raro. E' un homo sapiens chiamato Jack White. Uno che ha bisogno di poche presentazioni: ex leader dei disciolti White Stripes, mente dei progetti Raconteurs e Dead Weather, produttore e da non molto anche discografico con la sua Third Man Records. Una delle poche e autentiche rockstar rimaste in giro, senza retorica.
Mr. John Anthony Gillis è un uomo d'altri tempi. Scettico verso Auto-Tune e Pro Tools, dopo la fine della band di "Seven nation army" ha costruito il suo rifugio a Nashville, in uno studio che per chi l'ha visto è un'autentica meraviglia della tecnologia analogica. Qui ha ospitato spesso i gruppi della sua Third Man Records, un po' produttore un po' session man. E nei mesi scorsi, tra una prova e l'altra ha anche registrato il suo atteso esordio solista.
Nella musica, come in qualsiasi opera d'arte, il titolo conta molto. "Blunderbuss", "l'archibugio", è già un inizio promettente. Evoca in un sol colpo tutto l'immaginario che è contenuto in queste canzoni che mescolano le tradizioni musicali con furbizia e mestiere: c'è tanto folk bianco, ma anche molta "race music". C'è il rock dei White Stripes, ma meno di quello che ci si aspetterebbe. E c'è soprattutto un lavoro certosino sui suoni, molti dei quali registrati in presa diretta, sulla profondità delle (bellissime) chitarre acustiche ed elettriche. Accanto alla voce di Jack si alternano anche diverse ugole femminili come quella di Ruby Amanfu, corista di origine ghanese.
Ma in "Blunderbuss" ci sono soprattutto le canzoni. Come l'iniziale "Missing pieces", che si apre con un bel piano rhodes in primo piano e prosegue sorretta da un tappeto di chitarre. Mr.White evoca immagini oniriche e surreali, prima di concedersi un assolo distorto. Neanche il tempo di rilassarsi un attimo che il riff della successiva "Sixteen saltines", un pezzo che sembra uscito da "Elephant", ti mette al tappeto. Curioso che in questo brano, come del resto in tutto l'album, non ci sia un basso elettrico ma un contrabbasso, affidato a Bryn Davies. Un segno che l'artista non lascia nulla al caso. I testi, come spesso capita con il rocker di Detroit, raccontano rapporti complicati, e spesso burrascosi, tra uomo e donna.
Il blues imbastardito di "Freedom at 21", dove Jack gioca con il falsetto e con un verseggiare quasi rap, tiene l'asticella altissima. Poi c'è il singolo "Love interruption", un numero per chitarra acustica, Wurlitzer e clarinetto di grande eleganza. C'è un aneddoto che spiega bene le registrazioni di "Blunderbuss": questa canzone era nata elettrica, poi White dopo diverse prove poco produttive ha deciso di ridurla all'osso. E di registrarla tutta in presa diretta, radunando i musicisti al suo fianco e giocando sul contrasto tra la sua voce maschile e quella femminile della Amanfu. Un piccolo grande gioiello di rock acustico. Al musicista americano piace giocare con i riferimenti: non si può non notare l'omaggio ai (a lui cari, lo sappiamo) Led Zeppelin più bucolici nella bella titletrack come in "Hypocritical kiss". Come non si può non battere il piedino nel divertissement rock'n'roll creato dalla cover di "I'm shakin'" di Rudy Toombs. "Trash tongue talker", con quel cantato arrogante, è un rhythm and blues che piacerebbe a Dr.John.
Questo è un disco che non sarebbe mai nato, se Jack White non vivesse a Nashville. Lo ha detto lui stesso. Se avete dubbi, ascoltate "I guess I should go to sleep" e poi ne riparliamo. Anche il finale è all'altezza delle premesse. La nenia indianeggiante di "On and on and on" è, insieme a "Love interruption" e "Blunderbuss", il vertice dell'album, forte di un giro di contrabbasso killer. A chiudere il cerchio ci pensa la jazzata "Take me with you when you go", arrangiata con un intreccio di voci a incastro e chiusa con un altro brillante assolo di chitarra.
"Blunderbuss" apre una strada diversa, fuori dal tratto seguito finora con White Stripes, Raconteurs e Dead Weather. E' più che mai un omaggio ad un epoca che è stata e non sarà più, ma è stato fatto con attenzione quasi filologica alle "fonti" e con grande passione. Non è solo un disco di revival, è qualcosa di più. Musica che Mr.White e pochi altri oggi si possono permettere di fare. Alla fine questa, più che una recensione, è un appello: preserviamo Jack, è una specie rara. Rarissima.


(Giovanni Ansaldo)

TRACKLIST:
“Missing pieces”
“Sixteen saltines”
“Freedom at 21”
“Love interruption”
“Blunderbuss”
“Hypocritical kiss”
“Weep themselves to sleep”
“I'm Shakin”
“Trash tongue talker”
“Hip (Eponymous) poor boy”
“I guess I should go to sleep”
“On and on and on”
“Take me with you when you go”

17 aprile 2012

DISCHINPIAZZA FESTEGGIA IL RECORD STORE DAY


IL "RECORD STORE DAY" è un evento nato da qualche anno negli Stati Uniti e sta prendendo piede anche in Italia. Serve per cercare di far capire quale sia l'importanza del negozio di dischi tradizionale, l'unico ormai in grado di valorizzare e consigliare la musica "vera", quella che vale la pena acquistare.
Quest'anno il "RECORD STORE DAY" è sabato 21 aprile, e Dischinpiazza vuole festeggiarlo con una iniziativa ad hoc:
SABATO 21 APRILE SCONTO DEL 10% SU TUTTI GLI ACQUISTI DI MUSICA E MERCHANDISING MUSICALE E IN PIU' IN REGALO LA T-SHIRT CON IL MARCHIO "DISCHINPIAZZA".

13 aprile 2012

T-SHIRT E CANOTTE VINTAGE!

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2 aprile 2012

I CONCERTI DELL'ESTATE!

Vi presentiamo alcuni dei principali eventi per i quali potrete trovare le prevendite presso il nostro negozio. Naturalmente l'elenco completo delle prevendite è ben più esteso!  

ROCKINIDRHO RHO - SESTO S. GIOVANNI
13 GIUGNO PREVIEW CON:
THE OFFSPRING
BILLY TALENT
LAGWAGON

21 LUGLIO CON:
RANCID
THE SPECIALS
PUBLIC IMAGE LTD.

I - DAY FESTIVAL  BOLOGNA
2 SETTEMBRE
CON:
GREEN DAY
SOCIAL DISTORSION
ANGELS & AIRWAVES

A PERFECT DAY FESTIVAL - VILLAFRANCA (VR)
31 AGOSTO
1 SETTEMBRE
2 SETTEMBRE
CON:
THE KILLERS
FRANZ FERDINAND
SIGUR ROS
MARK LANEGAN
dEUS

10 GIORNI SUONATI
PIAZZA DUCALE - VIGEVANO (PV)
DAL 13 GIUGNO AL 24 LUGLIO
CON:
LYNYRD SKYNYRD
WOLFMOTHER
GARBAGE
G3
E MOLTI ALTRI...

ROCK IN ROMA
DAL 7 GIUGNO AL 2 AGOSTO
CON:
INCUBUS
JUSTICE
THE CURE
THE DOORS
BEACH BOYS
E MOLTI ALTRI...

IAN ANDERSON OF JETHRO TULL
THICK AS A BRICK 40TH ADNIVERSARY
2 GIUGNO
PALAPANINI - MODENA

BRUCE SPRINGSTEEN
7 GIUGNO
STADIO MEAZZA - MILANO

10 GIUGNO
STADIO FRANCHI - FIRENZE

CHRIS CORNELL
26 GIUGNO
COLLEGNO (TO)

PORTISHEAD
26 GIUGNO
CASTELLO SCALIGERO - VILLAFRANCA (VR)

MUMFORD & SONS
4 LUGLIO
PIAZZA DEL PLEBISCITO - ANCONA

KASABIAN
14 LUGLIO
PIAZZA CASTELLO - FERRARA

BEN HARPER
22 LUGLIO
AUTODROMO ENZO E DINO FERRARI - IMOLA (BO)

SIMPLE MINDS
26 LUGLIO
PIAZZA GRANDE - MODENA

PLACEBO
3 AGOSTO
CASTELLO SCALIGERO - VILLAFRANCA (VR)