THE OFFSPRING
"DAYS GO BY"
A quattro anni di distanza da
"Rise and fall..." tornano con un nuovo album che li conferma come uno dei gruppi di punta della scena "pop-punk".
Ecco qui la recensione del sito
"Outsiders".
Tornano gli Offspring e
lo fanno sempre con un’energia da vendere! Ma c’è subito chi si
lamenta per il troppo tempo tra un album e l’altro, ed ecco che Dexter
risponde: «Non c’è una vera ragione per questa attesa, certamente
non era nostra intenzione metterci tanto tempo. Ma è un disco che
abbiamo scritto in studio con l’impegno di portare al massimo ogni
singola canzone e con una libertà creativa assoluta. Tutte le idee
venivano considerate, nessuna esclusa».
L’altra lamentela – o provocazione – da parte della critica è quella di insistere nel dire che gli Offspring si siano indeboliti. Dal punk degli esordi sarebbero passati a un rock più amico di radio e reti televisive, per una settimana hit di Virgin radio, aumentando decisamente la quantità di testi divertenti, a scapito ovviamente dell’aggressività che caratterizzava i loro primi lavori. «Ora ci sentiamo molto più liberi- commenta Dexter – prima ci preoccupavamo molto di più se non eravamo abbastanza punk. Oggi invece abbiamo una sola preoccupazione, e cioè che la musica sia buona, le canzoni belle. Siamo punk, non siamo più punk come una volta? Decidetelo voi. Oggi siamo certamente più melodici, suoniamo di più e certamente cerchiamo molto di più di farci conoscere e apprezzare da tutti».
Days go by parla dell’America che cambia con i giorni che scorrono: gente senza lavoro, gente che perde la casa, che si deve trasferire per cercare lavoro altrove. Questi temi sono stati affrontati attraverso lo stile Offspring, ossia musica divertente ed energica. I singoli lanciati Crusing California e la title track ricalcano i ritmi ormai consueti dopo tanti anni, e rchiamano maniera abbastanza palese i brani che ormai piacciono a tutti. Da lodare la voce di Holland, sempre impeccabile, e da sottolineare la presenza di Pete Parada alla batteria che è la new entry della band, non una sorpresa dato che gli Offspring cambiano il batterista ogni album.
Una caratteristica molto interessante è senz’altro quell’effetto di suspence presente all’inizio di ogni brano, che tiene in sospeso l’ascoltatore fino a che la batteria non parte ai soliti livelli esasperati. Un’inversione di rotta la troviamo in Oc Guns che tra scratch, trombe e un cantato in stile rapper bianco americano sorprende e lascia un dubbio, c’entrerà qualcosa questo brano con l’album? Si può capire che sempre gli stessi ritmi possono stufare, ma un brano del genere è abbastanza azzardato.
La band californiana, arrivata al nono album, nell’intervista di presentazione di Days go by affronta anche la questione della longevità della band: «Come abbiamo fatto a resistere insieme per più di venticinque anni? Me lo sono chiesto spesso e ho concluso che le spiegazioni sono tre. Primo, noi eravamo amici prima di fondare gli Offspring. Secondo, per quasi dieci anni non abbiamo avuto successo e soldi, la nostra gavetta è stata lunga e faticosa, e questo naturalmente ci ha unito molto. Infine, abbiamo imparato che è necessario stare lontani, ogni tanto. Dopo tre o quattro mesi sempre insieme, sullo stesso bus, uno vicino all’altro notte e giorno, chiunque farebbe a botte anche i migliori amici». Scoperto l’elisir della vita degli Offspring, auguriamo a Dexter Holland e Co. di tirare avanti altri 100 anni.
L’altra lamentela – o provocazione – da parte della critica è quella di insistere nel dire che gli Offspring si siano indeboliti. Dal punk degli esordi sarebbero passati a un rock più amico di radio e reti televisive, per una settimana hit di Virgin radio, aumentando decisamente la quantità di testi divertenti, a scapito ovviamente dell’aggressività che caratterizzava i loro primi lavori. «Ora ci sentiamo molto più liberi- commenta Dexter – prima ci preoccupavamo molto di più se non eravamo abbastanza punk. Oggi invece abbiamo una sola preoccupazione, e cioè che la musica sia buona, le canzoni belle. Siamo punk, non siamo più punk come una volta? Decidetelo voi. Oggi siamo certamente più melodici, suoniamo di più e certamente cerchiamo molto di più di farci conoscere e apprezzare da tutti».
Days go by parla dell’America che cambia con i giorni che scorrono: gente senza lavoro, gente che perde la casa, che si deve trasferire per cercare lavoro altrove. Questi temi sono stati affrontati attraverso lo stile Offspring, ossia musica divertente ed energica. I singoli lanciati Crusing California e la title track ricalcano i ritmi ormai consueti dopo tanti anni, e rchiamano maniera abbastanza palese i brani che ormai piacciono a tutti. Da lodare la voce di Holland, sempre impeccabile, e da sottolineare la presenza di Pete Parada alla batteria che è la new entry della band, non una sorpresa dato che gli Offspring cambiano il batterista ogni album.
Una caratteristica molto interessante è senz’altro quell’effetto di suspence presente all’inizio di ogni brano, che tiene in sospeso l’ascoltatore fino a che la batteria non parte ai soliti livelli esasperati. Un’inversione di rotta la troviamo in Oc Guns che tra scratch, trombe e un cantato in stile rapper bianco americano sorprende e lascia un dubbio, c’entrerà qualcosa questo brano con l’album? Si può capire che sempre gli stessi ritmi possono stufare, ma un brano del genere è abbastanza azzardato.
La band californiana, arrivata al nono album, nell’intervista di presentazione di Days go by affronta anche la questione della longevità della band: «Come abbiamo fatto a resistere insieme per più di venticinque anni? Me lo sono chiesto spesso e ho concluso che le spiegazioni sono tre. Primo, noi eravamo amici prima di fondare gli Offspring. Secondo, per quasi dieci anni non abbiamo avuto successo e soldi, la nostra gavetta è stata lunga e faticosa, e questo naturalmente ci ha unito molto. Infine, abbiamo imparato che è necessario stare lontani, ogni tanto. Dopo tre o quattro mesi sempre insieme, sullo stesso bus, uno vicino all’altro notte e giorno, chiunque farebbe a botte anche i migliori amici». Scoperto l’elisir della vita degli Offspring, auguriamo a Dexter Holland e Co. di tirare avanti altri 100 anni.
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