15 ottobre 2011

Dente - Io Tra di Noi: la recensione de Il Mucchio

Vi proponiamo la recensione di "Io Tra di Noi" di Dente, pubblicata sul numero 687 del mensile musicale Il Mucchio. 

Dente

Dente
IO TRA DI NOI
Ghost/Venus

Sornione, il nuovo album di Dente completa il parterre 2011 degli autori non allineati della musica italiana: assieme a Brunori SAS e a Le Luci della Centrale Elettrica, il musicista di Fidenza rappresenta un modo diverso di pensare, scrivere, suonare. Pensare, soprattutto: per chi ancora non lo conosceva, quando nel 2009 uscì L’amore non è bello ci fu un po’ di straniamento, anche nei circuiti più - bleah - indie. Inevitabile uno sbilanciamento ottimistico, a cui Io tra di noi, che Dente stesso lo voglia o no, finisce per dare un assestamento più significativo. Fra le maglie delle nuove canzoni ci potevano essere pose,manierismi, atteggiamenti prevedibili, insomma, un
appannamento mascherato da rassicurante continuità. Invece,
anche se non cambiano le rime un po’ depressive, le piccole cose di incertissimo gusto, l’ironia spesso macabra, la follia appena accennata, il disco scorre con una profonda e carsica intensità. Non sfuma, insomma, pure in virtù di una produzione senza sbavature: il suono si ispessisce quando serve, e solo quando serve. La sottrazione, evidente fin dai primi accordi di Due volte niente, non evita calembour verbali, un pezzo discoteque che stupisce e deborda con grazia, arrangiamenti stringatima ben strutturati. Tutto è all’inverso, per citare un frammento di La settimana enigmatica: dove ci si aspetterebbero
carezze arrivano schiaffi e un soffice malessere, che invade
l’animo e fa arrivare alla fine dell’ascolto con un po’ di sensata
amarezza. Figlio più dei Belle And Sebastian che dei vari depressi degli anni Settanta nostrani, Dente canta amore e bellezza al contrario, con romanticismo e disincanto che non fanno sconti nell’uso delle parole: armi terribili, in quanto fraintenderle è semplicissimo.
Solo un po’ di ambiguità, qualche ricordo di Lucio, che non guasta, e nessuna altra gita di gruppo: se è vero che il parterre di cui sopra esiste, è altrettanto vero che ognuno dei tre soggetti menzionati balla da solo. E va decisamente a ritmo.

John Vignola / * * *

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